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Namib Race Blogs 2014

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PostsNamib Race (2014) blog posts from Andrea Girardi
24 February 2014 05:37 am (GMT+01:00) Amsterdam, Berlin, Bern, Rome, Stockholm, Vienna
There was a time
I met a girl of a different kind.
We rule the world,
I think I'll never lose her out of sight
We are so young,
I think of her now and then
Don’t’ you worry don’t you worry waaaaise
I had to change a little bit the original version… but you can sing it anyhow
And now the last little story
A Hong-Kong based organisation which has squeezed the world in a soccer-size ball, with four deserts at the ends, where extreme parties are held. You can come only with your best dress, it could be two hundred kilometers, two thousand kilometers, four thousand or even six-thousand kilometers in a year, we all wear our best party dress.
At night, fires are burning and we eat under the stars of the desert. Walking trough the tables reminds me when I was a boy and I used to switch on my shortwave radio on the 14MHz band and I was listening to the sounds of remote radio stations… Arabic, Spanish, Chinese, Brasilian, Corean, Japanese, Italian - English with thousands of different accents - lights barely light the dining desk and show you the tired, happy faces of the competitors, their meals, sometimes very inviting, sometimes disgusting.
And I can see the people who take part of the 4deserts Legend, with strange and impossible names, Ash Moktari, Yesse Yoo, Mohammed Al Swahiti, Salameh Al Aqra, Chema Martinez, and many many more, dressed in the most improbable way, you can do everything here in the desert.
I’ve done well my plans and in the sixth day at the camp I’ve nothing left to eat. I keep in my mouth as long as possible the two small salami I have, drink chicken soup and I look at the desert, for a long long time, like I’m used to look at the mountains that I’ve at home in the Western Alps. I don’t know what I’m thinking of, sometimes I’m conscious, sometimes I’m over the clouds. From the desks come the smiles and the jokes, the ugliest are the polish ones, followed by the American/thousand-of-other-dialects volunteers that are finally releasing their tension for their responsabilities, tired and happy to be here.
Night falls abruptly, I fall early asleep and I wake up very early. It’s three am, I’m definitely awake, adhrenaline is still flowing hard in my blood. I get out of the tent and I see the summer stars, Scorpio, Ophiucus and I think that spring is coming and the body will become stronger, finally running with daylight.
I will take a long rest. My body is weak after 250km and a day without any real food, it lacks of vitamins and meat, too many times I started training again immediately after and I couldn’t run as before… It’s time to be Wiser.
I will be back to my two daughters and I will let them choose their best movie and we’ll look at it, all together on the big bed under the blanket, with my wife Chicca that is always doing some hand-made job, and the dog at the bottom of the bed who claims its right place in our small society.
All packed as animals in their own den. Usually I’m not able to reach the film’s end and I fall deeply asleep. And I dream, maybe I dream of running again.
Wise back in his own den
There was a time
I met a girl of a different kind.
We rule the world,
I think I'll never lose her out of sight
We are so young,
I think of her now and then
Don’t’ you worry don’t you worry waaaaise
Qui ho dovuto deviare un po’ dalla versione originale… ma si fa cantare lo stesso
E ora l’ultimo raccontino
Un'organizzazione di Hong-Kong che ha trasformato il mondo in un piccolo pianeta, con quattro deserti alle estremità, in cui si organizzano in giro party estremi. Ci si va solo con il vestito della festa, possono essere duemila o quattromila chilometri o addirittura seimila in un anno, tutti indossiamo il miglior vestito.
La sera si accendono dei fuochi e si mangia sotto le stelle. Passeggiare tra i tavoli mi fa ricordare quando da ragazzo, la sera, mi attaccavo alla radio a onde corte sui 14Mhz e ascoltavo i suoli delle radio lontane… arabo, spagnolo, cinese, brasiliano, coreano, giapponese, italiano, inglese in mille accenti diversi, luci che appena illuminano i tavolini ti fanno vedere le facce stravolte e le buste di cibo, a volte succulente, a volte disgustose.
Vedo i personaggi che fanno parte del mito dei 4deserts, con nomi strani e impronunciabili, Ash Moktari, Yesse Yoo, Mohammed Al Swahiti, Salameh Al Aqra, Chema Martinez, e tanti altri ancora, vestiti in modo assolutamente impossibile, qua nel deserto si può tutto.
Il quarto giorno al campo, avendo fatto bene i calcoli non ho più nulla da mangiare. Ciuccio il più a lungo possibile gli ultimi salamini mignon rimasti bevendo il brodo di pollo e guardo il deserto, a lungo, come guardo le montagne che sono dietro a casa mia. Non so a cosa penso, a volte sono cosciente, altre volte nelle nuvole. Dai tavoli arrivano risate, urla scherzi, i più sguaiati sono i polacchi direi seguiti dal tavolo americano/altremillenazionalità dei volontari, stanchissimi anche loro e felici.
La notte scende prestissimo, mi addormento presto e mi sveglio anche presto. Saranno le tre del mattino, non ho più sonno, ancora l’adrenalina non ha smesso di scorrere. Esco e vedo le stelle dell’estate, lo scorpione, l’ofiuco e penso che la bella stagione sta arrivando e con la primavera il corpo diventa più forte, si esce a correre nelle belle giornate.
E io però adesso prenderò un lungo periodo di riposo. Il fisico è sfibrato, dopo 250km e un giorno di digiuno, mancano le vitamine e la carne, troppe volte ho ripreso subito e non andavo più come prima… E’ ora di essere più saggio.
Tornerò dalle mie bimbe e farò scegliere a loro il film che preferiscono e ci metteremo a guardarlo tutti insieme sul lettone sotto le coperte con Chicca che sta facendo come al solito qualche lavoro a mano e il cane al fondo del letto che reclama il suo posto nella
società. Tutti ammucchiati come animali nella tana. Di solito non arrivo alla metà del film, mi addormento. E sogno, forse di correre ancora.
Wise back in his own den
----------- Italian follows -----------
23 February 2014 06:42 am (GMT+01:00) Amsterdam, Berlin, Bern, Rome, Stockholm, Vienna
Surprise… (for me too) - I don’t come back home with empty hands, I win the category prize, age group 40-49, since the first three men are in my same age group.
And also this time, after Atacama Desert, I bring back home the competition trophy. And more, I’ve an invitation for Antartica, a race that I will definitely never do… well, er, when I say never, generally a small warm like those you can see in the science fiction movies enters into my brain and stays there, silently.
And for this time, in clear violation of my blogging Facebook protocol, where I never talk of my job, neither of politics, or even of soccer games, I would like to entitle my victory to my Fiat colleagues. As soon as I arrived, I jumped on a Jeep to the first base camp with a Brasilian Guy, Paulo Luis Ortega, who as soon as he knew that I was working for Fiat he said thanks to me, since he lives in San Paolo and he’s always had Fiat cars, the best cars, and the city of San Paolo has grown with the aid of my company. He made me proud of working for Fiat, “Fiatchi” as they say in their dialect. Every morning he waived at me “Ciao Fiatchi”, and he made my day happy.
And after FIVE desert hard races, all suffered like this one, all done while I was at work in the FIATCHI ICT department, I think it’s the moment to say “thank you” to my workmates… At the beginning I was feeling almost ashamed of this double personality, Engineer and Runner, Dr. Jeckill and Mr. Wise, but slowly I have started to feel that you cheers for me, and together, also in our daytime job, we achieve results we can be proud of.
Thank you.
Sorpresa… (anche per me) non torno a casa proprio a mani vuote, vinco il premio di categoria 40-49, in quanto i primi tre sono anche loro nello stesso age group…
Anche questa volta dopo l’Atacama, mi porto a casa il trofeo ricordo della gara. E ho un invito per l’antartide, gara che non farò mai... cioè, quando dico mai, di solito un vermino come quelli che ci sono nei film di fantascienza entra nel mio cervello e resta lì, silente….
E questa volta, contrariamente al mio protocollo Facebook, dove non parlo né del mio lavoro, né di politica, nè di calcio, ma quasi esclusivamente di corsa, vorrei dedicare la vittoria ai miei colleghi della Fiat. Appena arrivato ho fatto il viaggio al primo campo con un ragazzo Braziliano, Paulo Ortega, che quando ha saputo che ero della Fiat di Torino mi ha ringraziato perché lui vive a San Paolo e ha sempre avuto macchine Fiat, ottime macchine, e la città è cresciuta grazie a quest’azienda. Mi ha fatto sentire orgoglioso di lavorare in Fiat, anzi Fiatchi come si dice dalle loro parti. Ogni mattino mi salutava “Ciao Fiatchi” e mi metteva di buon umore.
E dopo CINQUE gare nel deserto, sofferte tutte più o meno come questa, fatte tutte mentre lavoro nel dipartimento di Informatica e Telecomunicazioni in Fiatchi, credo sia giusto dedicare la gara ai colleghi… All’inizio mi vergognavo un po’ di avere questa doppia personalità, ingegnere e runner, Dr Jeckhill e Mr. Wise, ma ho pian piano percepito che mi avete accettato e che fate il tifo per me, e insieme, anche nel lavoro, otteniamo risultati di cui andare fieri. Grazie.
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21 February 2014 03:12 am (GMT+01:00) Amsterdam, Berlin, Bern, Rome, Stockholm, Vienna
E vieni amore che ti diverti
E vieni, vieni con gli occhi aperti
Ti do una notte da ricordare
Ti do un ricordo da raccontare
La storia inizia con il finale
La fine cambia ma e’ sempre uguale
Io la mia parte la so a memoria
E a volte penso che non sia seria
Ci sono anche I finali Amari, tipo Braveheart e quelli agrodolci…
La mia testa per fortuna e’ ancora attaccata al collo e posso mandare un grande besito alla mia mujer espossaaa
E ora il raccontino, piu’ lungo, perche’ dovete soffire con me 86km… o forse un po’ di piu’ di 86, facciamo 95
Sveglia prestissimo, alle 4 non ho piu’ sonno e alle 5 colazione, poi tutte le cose fatte con calma. Ripasso il piano alimentare, preparo la pila per l’arrivo notturno, studio la posizione di ogni pezzo per fare cambi veloci.
Alla linea di partenza mi tengo molto dietro. Il giapponese, Yoshi, si volta e viene a salutarmi. Lo spagnolo Chema, mi dice che la gara oggi la correra’ con me… si parte.
Un po’ di detriti in discesa e poi giu’ dentro a un canyon lungo 20km senza rifornimenti, troppo stretto per arrivare con le jeep, solo qualche bottiglia portata a dorso di cammello. Yoshi e’ ben davanti, Chema invece lo stacco subito. Con le scarpe Hoka scendo come un cinghiale, salto addosso alle rocce di questo fiume, le scarpe assorbono gli impatti in modo pazzesco sembra di sciare, equilibrio e propiocettivita’ ti fanno stare in piedi. Le rocce sono mobili, piu’ volte la caviglia si storce, la riprendo subito. Rimango incantato dal paesaggio, mai visto niente del genere, muri di roccia rossa scavati dall’acqua alti anche cento metri, talmente stretti che e’ buio. Resto rapito da questa bellezza incredibile, penso a come sono arrivato qui, a cosa ero… a mio padre che una volta, dopo una gita di scialpinismo, e’ andato dritto a guardare la televisione… si era rotto due costole e incrinato una vertebra, ma piuttosto che dirlo alla mamma aspettava che il male passasse… a Ezio, il papa’ di chicca, che dopo l’operazione alla spalla continuava a giocare a tennis, ma solo con la racchetta in basso perche’ il braccio non lo alzava piu’… e poi Dario, Orfeo, il Barghini… a Chicca, ingegnere costruttore, che quando nel 2010 partii per la marathon des sables, da sola, si rifece tutto il bagno come lo aveva progettato, una donna che non vive nel riflesso degli altri; penso agli anni senza sport fermo alla partenza degli impianti di sci a tenere il passeggino e a pulire il vomito di Ludovica e Giorgia perche’ non volevo rovinare una famiglia appena iniziata per seguire il mio egoismo… e adesso sono qui tra queste rocce che non avrei mai immaginato, che pochi potranno vedere perche’ in un angolo veramente remoto, inaccessibile.
20km e faccio rifornimento, veloce, e piano piano il canyon si allarga sempre di piu’, diventa il letto del fiume secco. Il cuore batte sempre forte, tengo il ritmo. Le bandierine si diradano, ma quando il percorso e’ ovvio se ne mettono di meno. Ne vedo ancora una non trovo quella dopo. Mi fermo e faccio un bisognino guardandomi intorno, e’ il mio protocollo quando perdo le bandierine segnalatrici. Intanto Yoshi e’ davanti di dieci minuti, insieme a Mohamed, l’altro altleta forte. Salameh Al-Aqra sta facendo la sua gara, totalmente imprendibile. Decido di proseguire un pezzo, non trovo bandierine, torno indietro, non ne vedo, allora mi spingo giu’ lungo il letto del fiume. Vedo Chema dietro che arriva, suppongo che lui abbia visto le bandierine e proseguiamo la corsa, andiamo giu’ io cerco di tenere la distanza. E andiamo, nessuna bandierina. La gara e’ fatta a volte di decisioni veloci, a volte azzardate, a volte affaticate. Hai elementi per decidere ma non riesci a metterli insieme, col cuore che batte cosi’ forte. Il letto e’ largo, le bandierine potrebbero essere parallele a noi e chema forse le sta seguendo. Poi basta. Mi fermo e lo aspetto. Lui stava seguendo me. Tolgo lo zaino, prendo il road book e leggo “All’uscita del canyon, prendere a destra”. Lo sconforto e la delusione hanno il sopravvento, siamo andati giu’ per non so quanto. Ritornamo indietro come animali braccati, chissa’ quanto avremo perso, se l’acqua basta per ritornare al checkpoint. Sembra un tempo lunghissimo, ritorniamo all’ultima bandierina, vediamo dei concorrenti e li raggiungiamo, continuiamo. Al checkpoint arriva la mazzata, guardo in che posizione siamo e non siamo nemmeno nella prima pagina, siamo cinquantesimi. Tutto e’ andato in vacca, siamo un’ora e dieci minuti dietro a Yoshi e Mohamed. Vado Avanti cerco di vedere le cose positive, sono ancora in gara, l’allenamento fatto con I consigli di Barghini mi ha dato una forza e resistenza che mi permette di stare con I piu’ forti, penso a Grant Maughan e al martirio che infligge al suo corpo correndo una gara da 100miglia ogni mese (167km), riprendo a correre, penso che il terzo taglio ti fara’ cadere in ginocchio. Noto una cosa imprevista: lo sconforto non mi fa piu’sentire il dolore fisico. Sono estremamente concentrato, ora che ho perso cosi’ tanto. Ricostruisco. E andiamo, ne passiamo tanti di concorrenti, e’ bello rivederli, faticano, faticano e vanno, ognuno con il suo passo.
Arriviamo alla strada dei turchi, mille metri di salita in dieci chilometri, dieci percento di pendenza. I muscoli di Chema gli permettono di superarmi, ma dopo 5km lo riprendo… Inizia, come dice Nicola, la corsa dei poveracci, siamo dei cavalla marci. Dopo la salita, quando la strada si appiana, tiro un pugno e faccio scattare la gamba e poi riprendo a correre, I muscoli delle braccia danno il ritmo. Al checkpoint 6 Yoshi e Mohammed sono sempre in testa, stanno facendo gara. E io sto con Chema, dispiaciuto di avergli fatto commettere un errore cosi’ grossolano, un’ora buttata via, gli offro un salamino mignon, e lo supero, e poi lui mi supera. In ogni gara una persona resta nel cuore, e questa volta sara’ lui, un atleta che ammiro tantissimo, questa e’ la prima vittoria. E prima di lui Nicola, Luisa, Sabina, Grant… persone per me speciali, simboli.
Al checkpoint 7 sorpresa Yoshi si e’ ritirato, Mohamed e’ ancora davanti. Sapro’ il giorno dopo che Yoshi si e’ ritirato per problemi di stomaco, andava troppo forte, mi temeva e non poteva sapere quanto potessi essere dietro di lui. La mia crudele strategia ha funzionato. Ma non mi sarei mai aspettato una situazione cosi’ incasinata per me e un ritiro per lui, oggi al campo ci siamo abbracciati a lungo, una grande stima e amicizia mi lega a lui adesso. Abbracciandolo ho sentito il mio abbraccio grosso e forte, il suo piccolo, quasi minuto.
Proseguiamo, arriva il vento il sole si abbassa, arriva la notte, La notte rallenta la nostra andatura ed e’ fredda. Proseguiamo io e Chema. Ieri parlando mi aveva detto che nonostante il suo palmares, non ha mai corso piu’ di Quattro ore, che non ha mai corso di notte. Ammiro il suo approccio, e’ uno pazzo, uno di noi.
E si arriva alla periferia di petra sulla strada, le macchine ci sfrecciano contro dobbiamo stare attenti, corriamo molto affaticati. Superiamo ancora qualcuno. E per arrivare al campo una discesa finale di 2km in pietraia, brutale, Chema rischia di cadere, mi dice “se mi vedesse mi muher me mata” e io gli rispondo “anche la mia”… ridiamo, e arrivamo finalmente alla fine, abbracciandoci.
Chiudo il cronometro 95km, nove in piu’ del necessario. Persa almeno un’ora, siamo ottavi abbiamo riguadagnato almeno quaranta posizioni.
Mohamed, che faceva errori ad ogni tappa, mi ha dato soltanto 40’, ma il podio ora e’ suo. Sono troppo stanco per calcolare se sono ancora quarto, ma la classifica adesso ha un’importanza relativa.
Arrivo in tenda, mi accomodo e cerco di trovare una posizione che non faccia tanto male. Altri concorrenti arrivano e dopo una mezz’ora la tenda sembra un lazzareto. Conosco la situazione, e un po’ mi piace, aiuto qualcuno a togliere lo zaino, vado a prendergli una coperta… E la notte passa, quasi in bianco, con mille pensieri perche’ la tensione accumulata non ti lascia dormire, sono contento.
Ho una storia da ricordare, ho un deserto da raccontare.
Come dice Paolo Barghini, a queste gare bisogna partecipare.
E del resto anche Salameh Al Aqra ha dovuto correre 7 Marathon des Sables prima di sconfiggere la dominazione ininterrotta della famiglia Ahansal, che durava da oltre dieci anni e diventare il piu’ forte.
Queste sono gare dure, imprevedibili, sanguinarie…
Wise Lost in The DesertComments: Total (7) comments
Paul Kapteijn
Posted On: 22 Feb 2014 09:32 am
matteo locori
Posted On: 22 Feb 2014 08:57 am
Anacrob Fish
Posted On: 22 Feb 2014 08:19 am
Franco Montefinese
Posted On: 22 Feb 2014 07:00 am
GIOVANNI AGASSO
Posted On: 22 Feb 2014 06:52 am
Balsamo Luisa
Posted On: 22 Feb 2014 06:18 am
Brian Flemming
Posted On: 22 Feb 2014 05:28 am
19 February 2014 01:48 am (GMT+01:00) Amsterdam, Berlin, Bern, Rome, Stockholm, Vienna
Prima cosa la squalifica dei giordani. Si racconta che piu’ o meno sia andata circa cosi’… Pare che Al Aqra avesse fatto pipi’ nella bottiglia, o forse avesse mangiato qualcosa dagli zaini della polizia Giordana che ci scorta sempre e che lo considera un eroe nazionale.
Quindi e’ stata inflitta al birbante una penalita’ di due ore; la squadra giordana, non accettando il giudizio, ha dato forfait in blocco. A questo punto e’ arrivata la polizia giordana, poi I carabinieri giordani, poi l’alto console del regno Hashemita di Giordania, poi sono ritornate le nuvole cariche di pioggia sul cielo della giordania, e dopo saggio consulto la penalita’ e’ stata revocata.
Del resto quando ero a Militare un mio commilitone, Chiavacci, fece pipi’ sulla torre di ardimento, beccandosi una punizione di una settimana, diventando l’eroe indiscusso… E cosi’ un po’ come da noi, si danno le dimissioni e si riceve una promozione, dormono in una tenda separata. Direi che tutto sommato il buonsenso ha trionfato.
Ed ora il raccontino
“There was a time
I used to look into my father eyes…
In a happy world
I was the king I had a golden throne…
Those days are gone
Now they’re memories on the wall…
Still hear the songs
From the places where I belong
…..
Don’t you worry don’t you worry WAAAAIIISSSEEE”
Non corro piu’ con le gambe… siamo al 160km ed e’ la mente che comanda adesso.
Mi trasformo da cinghiale asfalitico a cinghiale detritico tramite scarificazione. Mi tolgo le cicatrici dell’asfalto e mi cospargo di sabbia diventando un sabbipode.
E prima c’erano giorni infiniti nelle fiumare della Calabria, viaggi di cento chilometri che toccavano la notte… il venerdi’ sera, fine della settimana di lavoro, la pasta al pesto e’ pronta in pentola e chicca e le bimbe sono sedute a tavola, il cane ha la testa affondata nella ciotola e scodinzola contento. Faccio per prendermi anch’io un piatto da riempire, ma vengo fermato da Ludovica – papa’ - tu devi andare a correre.
Il cane continua a ingozzarsi nella ciotola e mi scodinzola un – ciao wise – sei tui il prossimo anello dell’evoluzione - io finisco la mia carne e vado a sdraiarmi sul divano a farmi coccolare wooooof!
4 chili di zaino sembra di essere un centurione, il peso si sente sulla schiena ma anche davanti. Inizio a correre e non sono le gambe che lo sentono, ma le braccia, che si muovono con forza, come se tirassi dei pugni.
Il corpo si rifiuta ancora, ma la mente ha deciso ormai. La sensazione e’ ormai nota, la nausea collega il corpo alla mente che vede le cose intorno come fossero dietro a un computer, movimento, dolore, nausea, attenzione, cambio ritmo. Parto tranquillo la gara di oggi e’ di gestione e regolarita’. Dopo il primo cp mi raggiunge Chema e parliamo un poco.
Lui e’ un cavallo di razza, vive degli ingaggi sulle gare da 10km, che vince, di solito, in 28-29 minuti. E il bianco che piu’ volte al mondo e’ sceso sotto I 28’. E’ l’ultimo bianco ad aver vinto la corsa piu’ vecchia d’Europa, il giro di Castelbuono. Dopo di lui solo Etiopi e Kenioti, e nei tempi passati Pizzolato, Bordin, Baldini….
Gli correggo l’assetto come fa sempre con me il Barghini, lui tira lo zaino, saltella un poco. Noi siamo dei cavalli marci, rotten horses, che ci trasciniamo nonostante tutti I nostri dolori e vesciche. Siamo diversi e lui e’ qui con lo spirito giusto, vuole imparare. Tra qualche gara sara’ fortissimo…
Mi stacca e io mi metto il cuore in pace. Oggi dal deserto di Kharaza passiamo nel Deserto di Humaima, alle nostre spalle il Wadi Rum ormai… Scenari diversissimi, le torri di roccia sono erose dal vento e non piu’ dall’acqua, imponenti su distese di sabbia simili al Marocco. Tre salite in programma, il gruppo di testa mi stacca e io, come al solito soffro psicologicamente del distacco. Poi dune, salite, archi di roccia che sembrano finti, secondo CP, terzo CP e passaggio in un colatoio sotto l’autostrada. Non si riesce a camminare e’ troppo basso, all’ingresso hanno scritto “Highway to Hell”… fatico non poco a trovare una posizione che mi permetta di muovermi velocemente, lo zaino striscia… Alla fine del tunnel una mandibola di cammello piantata nella sabbia
Poi di nuovo salita mancano pochi km all’arrivo e sono ancora dietro, gestisco le pulsazioni. Finalmente li vedo, il Giordano rosso come un diavolo, il giapponese e Chema. Comincia l’inseguimento, li voglio solo braccare sulla strada che porta all’arrivo, battiamo dei km a 5’ e poi a 4’50”, domani c’e’ la tappa lunga, ma vuoi mettere il gusto della rissa??? Corriamo come bambini
Arriviamo con pochissimo distacco e ci sediamo al campo a chiaccherare ancora, il momento piu’ bello. Il giapponese e’ in un angolo, chissa’ cosa pensa, come sta vivendo la gara.
Mohammed viene sgridato dal compagno, 5km dall’arrivo barcollava per un colpo di sole, prende un gel e dell’acqua e ci infila tre minuti… lui da sempre tutto quello che c’e nel serbatoio, e’ generoso
Sto progredendo su Chema in maniera geometrica – DAY1 30’ – DAY2 20’ – DAY3 10’ – DAY4 0’.
La prima parte della gara e’ finita, domani comincia un’altra gara e tutto si rimette in gioco. Sto bene, ma I giochi non sono per nulla fatti.
Fatemi I migliori auguri per due motivi
Domani soffriro’ come sempre e come mai
Domani festeggio undici anni di matrimonio – Auguri Chicca ti amoooooo
Un grande abbraccio a tutti, leggo I vostri commenti e mi emoziono………..
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Valter Bellatore
Posted On: 21 Feb 2014 10:30 am
Dario diretur
Posted On: 20 Feb 2014 10:22 pm
Vittorio Barella
Posted On: 20 Feb 2014 09:24 pm
Franco Montefinese
Posted On: 20 Feb 2014 02:24 pm
Franco Montefinese
Posted On: 20 Feb 2014 02:23 pm
Balsamo Luisa
Posted On: 20 Feb 2014 10:30 am
anacrob fish
Posted On: 20 Feb 2014 09:03 am
Sabina Bacinelli
Posted On: 20 Feb 2014 08:33 am
GIOVANNI AGASSO
Posted On: 20 Feb 2014 08:31 am
Andrea Pacifici
Posted On: 20 Feb 2014 08:30 am
18 February 2014 04:50 am (GMT+01:00) Amsterdam, Berlin, Bern, Rome, Stockholm, Vienna
Sono le 15.00 e c’e’ appena stato un colpo di scena. Al-Aqra ha ricevuto una penalita’ di due ore e, giudicandola ingiusta, il team Giordano si ritira. E’ un momento per me difficile da vivere non so giudicare la penalita’ in modo obiettivo per cui mi astengo da giudizi o commenti.
Mentre, come nulla fosse successo, ecco lo scrittino.
“The first cut won’t hurt at all
The second only makes you wonder
The third will have you on your knees….
You start bleeding, I start screaming”
Tre giorni, il primo tutti allegri a ridere e scherzare fino a note fonda
Il secondo ci si accorge che le ferite fanno male, effettivamente
Il terzo taglio ti fa cadere sulle ginocchia
E’ il momento di entrare in gara
Siamo alla terza tappa chiudiamo con 120km oggi… partenza velocissima esagerata, devo arrivare subito al canyon, dove si passa uno alla volta e si fa tappo. Sono dietro ad al-aqra, supero il giapponese che oggi sta correndo forte. Arrivo al canyon, e’ stretto, salto sulle rocce in discesa, dietro sento rumori di zaini di concorrenti che sbattono sulle rocce, salto veloce e sono fuori. Dietro il giapponese di ieri, a dieci metri. Allora rallento e lo lascio passare, oggi davanti ci vai tu… e io mi godo il viaggio. Pero’ lui e’ forte e mi stacca, io invece oggi voglio stare a battiti bassi, lo scorso anno alla terza tappa dietro a Rowland, mi ero fuso il motore… e questa volta no, l’esercizio delle Quattro mezze + maratona di torino serviva a capir come tenere il motore brillante. Mi metto quindi il cuore in pace, al mio passo, e vado. Queste torri di roccia sono spettacolari, dovunque l’occhio puo’ guardare ci sono formazioni enormi altissime, sembra di essere in fondo al mare, la sabbia in mezzo alle torri di roccia di milioni di anni fa. Arrivo al 2cp e il giapponese sta correndo con Chema. Pessima scelta che hai fatto mio caro, quello ha un motore… e allora continuo il mio passo, arrivo al lago salato, piatto, e accelero… battiti alti, passo a 5’30”, SENSAZIONI di FORZA, corro a fianco a una pista dove corrono I cammelli, un cammellodromo, ingaggio con I cammelli
Arrivo al terzo cp e finalmente sento l’odore del sangue… I cinque minuti di distacco sono diventati Quattro e il giapponese non e’ insieme allo spagnolo, ha rallentato. Lo vedo lontano piccolissimo, mi vede. Continuo a tenere il ritmo, km dopo km la sua figura diventa piu’ grande. Si ferma e guadagno terreno. Rimango dietro di lui e lo lascio arrivare davanti di 20”, sfatto, che quasi non mi saluta. Questo mi serve per preparare la tappa lunga, perche’ lo scorso anno Hyechang Rim, il Coreano, mi semino’ alla grande sulla lunga… devo testarlo perche’ qui ci sono Quattro gare di velocita’ e poi una lunga, che per gradire quest’anno sara’ di 86km e 1000m di salita, equivalente a una 100.
Se e’ un ultramaratoneta, mi dara’ del filo da torcere.
E quindi le tabelline per ora funzionano, tattiche controintuitive permettono di avere I risultati… ma che brutto quando si e’ dietro, tutte le insicurezze si fanno sentire.
E ora qui al campo, da cartolina, sorseggio il brodo di pollo a cui quest’anno ho aggiunto una finezza, la Soupe de Poisson, 400kCal/100g di un colore sabbia rosso intenso…
Mi avanzano ancora 3000mAh e quindi posso ricaricare la gopro tre volte e ho 60Gb di RAM, quindi faccio foto.
Sto perdendo un’unghia e credo che me la faro’ togliere al ritorno da Giorgia, per darle la giusta prospettiva.
I soci di tenda stanno tutti bene e in forma, finalmente Angelo parla un po’ meno (non riuscivamo a trovare l’interruttore per spegnerlo), ma corre sempre forte, Fabio e Sergio fanno squadra, hanno veramente un’animo generoso.
Un grosso bacione alle mie donne, continuiamo.
Wise the AnimalComments: Total (7) comments
R I
Posted On: 19 Feb 2014 07:42 pm
Massimo Campolucci
Posted On: 19 Feb 2014 01:19 pm
nino Palermo
Posted On: 19 Feb 2014 12:47 pm
Giovanni Agasso
Posted On: 19 Feb 2014 08:27 am
Anacrob Fish
Posted On: 19 Feb 2014 07:24 am
Brian Flemming
Posted On: 19 Feb 2014 05:20 am
Brian Flemming
Posted On: 19 Feb 2014 05:20 am
17 February 2014 03:17 am (GMT+01:00) Amsterdam, Berlin, Bern, Rome, Stockholm, Vienna
Forse avrete gia’ letto perche’ manca la mail del primo stage… Inizio durissimo, la notte prima della partenza ha iniziato a piovere prima leggero e poi a dirotto. Dopo mezzanotte l’acqua ha cominciato a passare la tenda e infradiciare il sacco a pelo, faceva freddissimo. Ho passato la prima notte in bianco, e’ stato durissimo fare passare le ore tremando al freddo… Al mattino ho deciso di partire con la maglietta ci saranno stati sei gradi, ma non volevo avere problemi di eventuale calore da gestire. Partenza molto emozionante, bagnata, e il gruppo di testa si e’ subito sgranato. Il piano di gara era gia’ stato deciso con Barghini e mi sono attenuto, ho lasciato andare I due giordani e lo spagnolo. L’altro che temevo, il francese, gli ho guardato I polpacci e ho capito che non era della partita. Polpacci d’alta quota e trekking infiniti. Ho tenuto il mio passo, fortissimo all’inizio e poi forte, tenendo la quarta posizione. Gli altri tre davanti erano sfrecciati a bomba. All’ultimo cp il Giordano, mohammed, avevamdodici minuti di vantaggio. Continuo ad andare sempre forte, convinto che I giochi siano fatti. A un miglio dall’arrivo credo di vedere un fotografo in lontananza. Poi quel puntino ha I pantaloni rossi, riconosco che e’ mhammed. Sta camminando. Lo raggiungo non ne ha piu’ e decido di fare con lui gli ultimi metri, arriviamo insieme.
Al campo piove tutto il giorno, in certi momenti a dirotto. Altra notte gelida. Freddissima. A notte fonda ci portano delle coperte, forse sta diventando troppo estremo, e riesco a dormire un po’.
Al mattino sveglia prestissimo, tre ore per fare partire il corpo, mangiare e prepararsi e si parte.
Salameh e Mohammed non si vedono, lo spagnolo (Chema) guida. Poi arrivano I giordani che erano partiti in ritardo, Salameh corre come un motorino e il suo socio Mohammed, si attacca a chema. Io rimango quarto con un giapponese che ieri nonnsi era fatto vedere, non mi molla.
Il terreno e’ molto piu’ difficile di ieri e dopo il primo checkpoint cp lascio andare Avanti il giapponese. Mi stamdavanti cento metri e poi inizia ad andare piano e si ferma. Lo supero e mi si attacca, e non mi mollera’ fino alla fine. Poco prima del CP2 mi trovo il Giordano che sta tornando indietro e cerca il CP2, totalmente bollito… ma era gia’ bollito ieri, oggi cosa parte a bomba? Il piano almeno regge, ha gambe ma poca testa… e cosi’ arrive alla fine della gara terzo, con dietro il giapponese, e il Giordano a venti minuti di distacco.
Al solito qui la compagnia e’ fantastica… L’ambiente e’ pazzesco queste torri di roccia mostrano chiaramwnte che qui c’era prima il mare e ogni 5-10km lo scenario e I colori cambiano continuamente… mi sento bene anche se ho tirato le due tappe, vediamo come gestiro’ le prossime. Grazie a tutti per il tifo, e un grande bacione alle mie donne
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Gavin Parr
Posted On: 04 Mar 2014 08:51 am
Darius diretur
Posted On: 22 Feb 2014 04:44 pm
R I
Posted On: 22 Feb 2014 10:27 am